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Origini e Caratteristiche

Nell’agro di Martina Franca, nella Murgia Tarantina, si alleva la più famosa razza asinina nel mondo, l’Asino di Martina Franca, il gigante della specie asinina che da questa bellissima città pugliese prende il nome.

La storia dell’Asino di Martina Franca, è fortemente legata al territorio arido e pietroso delle Murge, soprattutto quelle sud-orientali, le cui caratteristiche pedoclimatiche hanno reso questi animali particolarmente resistenti e robusti.

Le sue origini sono ancora poco chiare, infatti si pensa che l’asino di Martina Franca derivi dall’asino Catalano, importato ai tempi della dominazione spagnola. Ma, secondo alcuni studiosi, l’importazione sarebbe stata di un numero esiguo di capi, cosicché si pensa che effettivamente esistesse già una razza di asino autoctona, dal manto scuro e la mole eccezionale, che incrociandosi con i “cugini” spagnoli, ne ha di fatto migliorato le peculiarità, rendendolo uno degli asini più richiesti in tutto il mondo.

Nel 1926, il Ministero dell’Agricoltura, in collaborazione con l’allora, “Regio Deposito Stalloni” di Foggia, diede inizio in Puglia alla selezione della razza asinina di Martina Franca.

Sicuramente la sua caratteristica più evidente riguarda le dimensioni, infatti raggiunge (nei maschi) i 160 cm e oltre al garrese. Ha un bel manto folto e morello, un temperamento vivace e un carattere docile.

In passato l’Asino di Martina Franca era utilizzato soprattutto per i lavori agricoli e per il trasporto. Lo stallone asinino di razza Martina Franca era impiegato soprattutto nella produzione dei famosi “Muli martinesi”, esportati con successo in tutto il mondo fino alla fine degli anni 50.

Oggi, la razza dopo aver rischiato negli anni ’80 l’estinzione, è tornata ad essere molto richiesta per la produzione di latte di asina, utilizzato come sostituto del latte umano per i bambini affetti da allergie e sia nell’industria cosmetica.

Inoltre è richiesta per la produzione di carne, sia fresca che per insaccati; altra importante utilizzo è per l’onoterapia.